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La preistoria aliena

Un gruppo di antropologi, che lavorano con le tribù di montagna in una zona remota dell'India, hanno fatto una scoperta sorprendente: Intricate pitture rupestri preistoriche raffiguranti alieni e imbarcazioni volanti difficilmente identifcabili.
Le immagini sono state trovate nel distretto Hoshangabad dello stato del Madhya Pradesh a soli 70 km dal centro comunale del Raisen. Le grotte sono nascoste all'interno di una fitta giungla.
Una chiara immagine di quello che potrebbe essere un alieno o ET in una tuta spaziale può essere vista in un dipinto della grotta insieme ad un classico UFO a forma di disco volante che pare sia una cosa che splende raggiante e sembra inviare raggi in alto o in basso. Un campo di forza o qualcosa di questo tipo si vede nella parte posteriore dell'UFO.

Inoltre è visibile un altro oggetto che potrebbe raffigurare un buco nero, che spiega come gli stranieri fossero in grado di raggiungere la Terra. Questa immagine può portare gli appassionati di UFO a concludere che le immagini potrebbero essere state elaborate con la partecipazione degli stranieri stessi.

Un archeologo locale, Wassim Khan, ha personalmente visto le immagini. Egli sostiene che gli oggetti e le creature raffigurati in esse sono del tutto anomali e diversi rispetto ad altri esempi, già scoperti, di arte rupestre preistorica raffiguranti la vita antica nella zona. Perciò egli ritiene che essi potrebbero suggerire che esseri provenienti da altri pianeti abbiano potuto interagire con gli esseri umani fin dalla preistoria: Si tratta di un sostegno di peso per la 'teoria degli antichi astronauti', che postula che la civiltà umana sia nata grazie alla benevola assistenza di stranieri, viaggiatori dello spazio.

Negli ultimi anni sono stati ritrovati anche altri graffiti rupestri simili a questo, altrettanto interessanti e misteriosi, ognuno di essi lascia molto spazio all'immaginazione e all'interpretazione, nessuno è in grado di dare una soluzione sicura, può sicuramente interpretarlo nella maniera piu razionale possibile, a voi l'interpretazione delle immagini.


I Sumeri e gli Annunaki

Anche i Sumeri credevono negli uomini venuti dalle stelle, già 5.000 anni fà, questi uomini chiamati Annunaki fecero la sua visita alla terra. Come si può vedere da queste immagini erono rapresentati con lineamenti che ricorda le lucertole, per i Sumeri erono diventati i loro Dei.

Questo oggetto, raffigurato quà sotto, fa capire che i Sumeri erono influenzati da qualcosa di non umano, potrebbero aver modellato questa scoltura per ricordare i mezzi con qui gli Annunaki siano sbarcati sulla Terra.

In questo reperto un po bizzarro, raffigura una specie di macchina o di astronave o qualcosa del genere con un uomo rannichiato all'interno, che sembra indossare una specie di tuta spaziale. Certo che lascia tanti dubbi, reperti simili danno da pensare che nel passato ci potrebbe essere stato qualche contatto.

In questa immagine si nota la rapresentazione del sistema solare, la conoscenza già a quei tempi del cosmo, è al quanto sorprendente, forsi i dei Annunaki insegnarono ai Sumeri l'arte di osservare le stelle e il loro segreti.


Alieni in Sud America

Come si vede da questa immagine, sembra che ai tempi dei Maya siano atterrati degli alieni, cosa potrebbe rapresentare questa scultura, forse un uomo venuto dal futuro?, un alieno appena atterrato, o addirittura un palombaro, o come potrebbe essere una tuta spazziale, come si vede nell'immagine qui sotto, sembra un astronauta dei nostri tempi.


La Lastra di Palenque

Era il giugno del 1952 quando Alberto Ruz Lhuillier un noto archeologo messicano, fa una scoperta sensazionale. Dopo ventanni di scavi nella città di Palenque, città Maya, portò alla luce un reperto veramente unico e di una importanza assoluta, la famosa Lastra di Palenque.
La lastra faceva da coperchio ad un sarcofago che conteneva il corpo di colui che era chiamato "Halac unic", ossia "Vero uomo", la lastra è lunga 380x220x25 cm, peso stimato circa 5 tonnellate.
Sembrerebbe, come si vede raffigurato, che quel uomo sia alle prese con qualche specie di macchina, più o meno come noi ai giorni nostri con auto, moto o macchinari da lavoro, la cosa è sorprendente, chisà sorse fra mille anni sapremo come andare indietro nel tempo, forse è quello che è successo o forse dei alieni atterrarono ed influenzarono i Maya con certe tecnologie per dominarli e comandarli, i famosi Dei?


La Sfinge

La meravigliosa Sfinge egiziana, nessuno può dire quando è stata fatta, ci sono tante teorie, c'è chi dice che è stata fatta al tempo del Faraone Kefren, perchè assomiglia a lui, c'è chi dice che è stata fatta dal primo Faraone "il Re Scorpione", poi c'è anche chi dice che è opera aliena, se si guarda il comlesso di Giza, si nota che le tre piramidi sono state costruite in maniera di riprodurre la cintura della costellazione di Orione, certi scienziati anno datato quel complesso al 10.000 A.C. come trall'altro tante altre costruzioni in giro per il mondo.

Come si può vedere da questa immagine sattellitare, la cintura di Orione sovraposta al complesso di Giza, sorpendentemente uguale.

Già dall'antico Egitto, si vedono cose strane, come questi disegni trovati su una parete di un tempio egiziano di 4.000 anni fà, il mondo si chiede da migliaia di anni come hanno fatto a quel tempo tutte quelle opere mastodontiche, chi dice che c'è stato un intervento alieno, e chi dice il contrario, forse non tutto è opera dell'uomo, come si vede da quei geroglifici, sembrerebbero astronavi, elicotteri o sommargibili, sicuramente un piccolo fondo di verità c'è.

 

 

I Dropa

 

Chi Pu Tei, docente di archeologia presso l'Università di Pechino, insieme ai suoi studenti organizzò una spedizione per esplorare alcune grotte nelle montagne himalayane prive di sentieri del remoto Bayan-Kara-Ula nel Qinghai, al confine con la Cina e il Tibet. Le grotte potevano essere state scolpite artificialmente per creare un sistema di tunnel sotterranei e magazzini. Le pareti sono state squadrate e vetrificate, come se fossero state tagliate nella montagna utilizzando una potente fonte di calore.
Essi hanno scoperto molte file di tombe in cui erano sepolti piccoli scheletri, alti circa 130 cm. Gli scheletri avevano teste anormalmente grandi che sormontavano corpi minuti, piccoli e sottili. Un membro del gruppo suggerì che potessero essere i resti di una specie sconosciuta di gorilla di montagna. Si dice che il professor Chi Pu Tei abbia risposto: "Chi ha mai sentito parlare di scimmie che si seppelliscono l'una con l'altra?"

Le tombe non presentavano epitaffi, ma furono trovati centinaia di dischi di pietra ("Dropa Stones") larghi una trentina di cm, con dei buchi al centro del diametro di circa 2 cm. Sulle pareti erano scolpite le immagini del sole che sorge, della luna, delle stelle, della terra e delle montagne, oltre a delle linee punteggiate che collegavano la terra con il cielo. Insieme con i dischi, i disegni della grotta furono datati a circa 12.000 anni.

Si narra che ogni disco di pietra presentasse un'incisione con due belle scanalature a spirale, che partivano dal bordo del buco fino al centro del disco, di fattura simile a quelle trovate sul disco di Festo.
I dischi furono classificati insieme ad altri reperti di spedizione e conservati all'Università di Pechino per 20 anni, durante i quali i tentativi di decifrarli risultarono infruttuosi. Quando i dischi vennero accuratamente analizzati dal dottor Tsum Um Nui di Pechino intorno al 1958, questi concluse che ogni scanalatura consisteva effettivamente in una serie di piccoli geroglifici, di modello e origine sconosciuti. Le righe di geroglifici erano così piccole che per vederle ci si dovette servire di una lente d'ingrandimento. Molti dei geroglifici erano stati portati via dall'erosione. Quando il dott. Tsum decifrò i simboli, scoprì che narravano la storia della caduta a terra di un'astronave dei Dropa e l'uccisione della maggior parte dei sopravvissuti da parte di tribù locali.

Secondo Tsum Um Nui, una delle linee di geroglifici recita: "I Dropas sono venuti giù dalle nuvole nei loro aeromobili. I nostri uomini, donne e bambini si nascosero nelle grotte dieci volte prima del sorgere del sole. Quando finalmente capirono il linguaggio dei segni dei Dropas, compresero che i nuovi arrivati avevano intenzioni pacifiche … " Un'altra sezione esprime il "rammarico" degli Ham per il fatto che l'imbarcazione degli alieni fosse precipitata in una catena montuosa remota e inaccessibile e che non vi fosse stato modo di costruirne una nuova, per consentire ai Dropas di tornare sul loro pianeta.

La relazione del dott. Tsum fu pubblicata in una rivista scientifica nel 1962. Successivamente, le sue scoperte furono ridicolizzate, al punto che decise di auto esiliarsi in Giappone, dove morì. L'Accademia di Paleontologia di Pechino non ha mai autorizzato la pubblicazione della relazione del dott. Tsum e si è sempre rifiutata di commentarne le conclusioni.

"Tsum Um Nui" non è un vero e proprio nome cinese, e i critici suggeriscono che il dott. Tsum può effettivamente non essere mai esistito. Tuttavia, Tsum Um Nui è un nome giapponese adattato alla lingua cinese. Non vi è alcuna prova della sua esistenza, al di là della storia dei Dropa.

Nel 1965, il professor Chi Pu Tei e quattro suoi colleghi hanno finalmente ottenuto il permesso di rivelare la loro teoria e l'hanno pubblicata con il titolo "Le scritte a scanalature riguardanti le navi spaziali che, come registrato sui Dischi, sbarcarono sulla Terra 12.000 anni fa".

La documentazione riguardante circa 716 dischi con scanalature, scoperti più tardi nelle stesse grotte, narra una sorprendente storia di una sonda spaziale inviata dagli abitanti di un altro pianeta. Dopo l'atterraggio sulla catena montuosa di Bayan-Kara-Ula (così narrerebbero quelle iscrizioni), le intenzioni pacifiche degli stranieri avrebbero confuso i membri della tribù Ham, abitanti delle vicine grotte, che diedero la caccia agli extraterrestri e li uccisero.

Le foto che sostengono di mostrare i dischi Dropa sono in realtà dei dischi Bi, rinvenuti a migliaia in tutta la Cina, soprattutto nelle province meridionali. Le dimensioni dei dischi Bi variano da pochi centimetri fino a diverse decine di centimetri (alcuni piedi). Il più delle volte, i dischi sono realizzati in giada o nefrite e presentano un piccolo foro centrale rotondo o quadrato.

La maggior parte dei dischi Bi risale al periodo Neolitico (circa 3000 a.C.), ma se ne trovano fino al periodo della dinastia Shang. I dischi Bi più recenti del periodo Shang sono di solito più riccamente scolpiti, con draghi, serpenti e, talvolta, pesci, e venivano utilizzati in cerimonie rituali.

La maggior parte dei dischi Bi neolitici è stata rinvenuta in siti tombali, interrati sotto la testa o i piedi del defunto. È stato teorizzato che servissero per scortare lo spirito del defunto. Non è stato trovato nessun disco Bi con iscrizioni o scanalature a spirale, come narra la storia dei Dropa riferita da autori come Hartwig Hausdorf.

Si dice che i dischi Dropa siano di soli 12 pollici (30 cm) di diametro. Tuttavia, una foto in bianco e nero presentata da Hausdorf e altri per mostrare un disco Dropa mostra chiaramente il disco appoggiato su un sedile, ed è visibilmente più largo in diametro (diversi piedi) e non presenta segni di sorta.


I Dropa (noti anche come Dropas, Drok-pa o Dzopa) sono, secondo alcuni controversi scrittori, una razza di nani extraterrestri che sono atterrati vicino al confine cinese-tibetano circa dodicimila anni fa. Gli scettici notano, tuttavia, un certo numero di incongruenze e la mancanza di prove d'appoggio, il che offre notevoli dubbi circa la realtà delle più sensazionali notizie sui Dropa. I critici più duri sostengono che l'intera vicenda è una beffa.

La presunta scoperta

Chi Pu Tei, professore di archeologia presso l'Università di Pechino, e i suoi studenti compirono una spedizione per esplorare una serie di grotte nelle montagne himalayane prive di sentieri del remoto Bayan-Kara-Ula nel Qinghai al confine con la Cina e il Tibet. Le grotte potevano essere state scolpite artificialmente per formare un sistema di tunnel sotterranei e magazzini. Le pareti sono state squadrate e vetrificate, come se fossero tagliati nella montagna con un gran calore.

Essi hanno scoperto molte file di tombe in cui erano sepolti piccoli scheletri alti circa 130 cm. Gli scheletri avevano teste anormalmente grandi, ma piccoli, sottili, fragili corpi. Un membro del gruppo suggerì che potessero essere i resti di una specie sconosciuta di gorilla di montagna. Si dice che il Professor Chi Pu Tei rispondesse: "Chi ha mai sentito parlare di scimmie che si seppelliscono l'una con l'altra?"

Non c'erano epitaffi presso le tombe, ma furono trovati centinaia di dischi di pietra ("Dropa Stones") larghi una trentina di cm, con buchi nei loro centri del diametro di circa 2 cm. Sulle pareti erano scolpite le immagini del sole che sorge, luna, stelle, la terra, le montagne, e linee punteggiate che collegavano la terra con il cielo. Insieme con i dischi, i disegni della grotta furono datati a circa 12.000 anni.

I dischi di Dropa

Si riferisce che ogni disco di pietra fosse inciso con due belle scanalature a spirale dal bordo del buco nel centro del disco, in modo forse simile al disco di Festo.

I dischi furono classificati insieme ad altri reperti di spedizione e conservati all'Università di Pechino per 20 anni, durante i quali i tentativi per decifrarli non hanno avuto successo. Quando i dischi furono attentamente esaminati dal Dottor Tsum Um Nui di Pechino verso il 1958, questi concluse che ogni scanalatura effettivamente consisteva di una serie di piccoli geroglifici, di modello e di origine sconosciuti. Le righe di geroglifici erano così piccole che una lente di ingrandimento fu necessaria per vederle chiaramente. Molti dei geroglifici erano stati portati via dall'erosione. Quando il Dr Tsum decifrò i simboli, essi raccontarono la storia della caduta a terra di un'astronave dei Dropa e l'uccisione della maggior parte dei sopravvissuti da parte di tribù locali.

Secondo Tsum Um Nui, una delle linee di geroglifici recita: "I Dropas sono venuti giù dalle nuvole nei loro aeromobili. I nostri uomini, donne e bambini si nascosero nelle grotte dieci volte prima del sorgere del sole. Quando finalmente capirono il linguaggio dei segni dei Dropas, capirono che i nuovi arrivati avevano intenzioni pacifiche.... " Un'altra sezione esprime il "rammarico" degli Ham per il fatto che l'imbarcazione degli alieni fosse precipitata in una remota e inaccessibile catena montuosa e che non vi fosse stato modo di costruirne una nuova, per consentire ai Dropas di tornare al loro pianeta.

La relazione del Dr Tsum è apparsa in una rivista scientifica nel 1962. Egli è stato successivamente messo in ridicolo, fino al punto di autoimporsi l'esilio in Giappone, dove morì. L'Accademia di Paleontologia di Pechino non ha mai permesso di pubblicare e non parla mai delle sue conclusioni.

"Tsum Um Nui" non è un vero e proprio nome cinese, e i critici suggeriscono che il Dottor Tsum può non essere effettivamente esistito. Tuttavia Tsum Um Nui è un nome giapponese adattato alle lingua cinese. Non vi è alcuna prova di lui al di là della storia dei Dropa.

Ulteriori ricerche

Nel 1965, il professor Chi Pu Tei e quattro dei suoi colleghi hanno finalmente avuto il permesso di rivelare la loro teoria e l'hanno pubblicata con il titolo "Le scritte a scanalature riguardanti le navi spaziali che, come registrato sui Dischi, sbarcarono sulla Terra 12.000 anni fa".

La documentazione di circa 716 dischi con scanalature, scoperti in seguito nelle stesse grotte, racconta una sorprendente storia di una sonda spaziale inviata dagli abitanti di un altro pianeta. Dopo l'atterraggio nella catena montuosa di Bayan-Kara-Ula (così narrerebbero quelle iscrizioni) le intenzioni pacifiche degli stranieri confusero i membri della tribù Ham, abitanti delle vicine grotte, che diedero la caccia agli extraterrestri e li uccisero.

Le foto che pretendono di mostrare i dischi Dropa sono in realtà dei dischi Bi, trovati a migliaia in tutta la Cina, soprattutto nelle Province del Sud. I dischi Bi hanno una gamma di dimensioni da pochi centimetri a diverse decine di centimetri (alcuni piedi), e sono il più delle volte fatti o di giada o nefrite, con un piccolo foro centrale rotondo o quadrato.

La maggior parte dei dischi Bi data al periodo Neolitico (circa 3000 a.C.), ma se ne trovano fino al periodo della dinastia Shang. I dischi Bi più recenti del periodo Shang sono di solito più riccamente scolpiti, con draghi, serpenti e, talvolta, pesci, e utilizzati in cerimonie rituali.

La maggior parte dei dischi Bi neolitici è stata trovata in siti tombali. Essi erano sepolti sotto la testa o i piedi del defunto. E' stato teorizzato che ciò fosse per assistere lo spirito del defunto. Nessun disco Bi è stato trovato contenente iscrizioni o scanalature a spirale, come narra la storia dei Dropa riferita da autori come Hartwig Hausdorf.

Si dice che i dischi Dropa siano di soli 12 pollici (30 cm) di diametro. Tuttavia, una foto in bianco e nero proposta da Hausdorf e altri per visualizzare un disco Dropa mostra chiaramente il disco appoggiato su un sedile, ed è chiaramente più largo in diametro (diversi piedi) e non presenta segni di sorta.

Le Ricerche degli scienziati Russi

Scienziati russi hanno chiesto di vedere i dischi e molti sono stati inviati a Mosca per l'esame. I dischi sono stati grattati per pulirli da particelle di roccia che si erano incrostate e poi sono stati sottoposti ad analisi chimica. Per la sorpresa degli scienziati, i dischi contenevano grandi quantità di cobalto e altre sostanze metalliche. Inoltre, se messi su un piatto speciale, secondo il Dr Vyatcheslav Saizev, che descrisse gli esperimenti nella rivista sovietica Sputnik, essi vibrano o "ronzano" in un insolito ritmo, come se una carica elettrica passasse attraverso di loro. O come ha suggerito uno scienziato "come se essi formassero una parte di un circuito elettrico". Ad un certo tempo, essi devono essere stati chiaramente esposti ad una tensione straordinariamente alta. "Essi sembrano come antichi dischi rigidi, e ruotano come i dischi rigidi che abbiamo oggi. Forse se riuscissimo a leggere questi antichi dischi rigidi, ci sarebbe possibile trovare risposte".

Le Foto di Wegerer

Nel 1974, Ernst Wegerer, un ingegnere austriaco, fotografò due dischi che corrispondevano alle descrizioni dei Dropa Stones. Egli partecipava ad una visita guidata del Museo Banpo a Xian, quando vide i dischi di pietra in mostra. Egli sostiene di aver visto un buco al centro d'ogni disco e geroglifici in parte incisi a spirale come scanalature.

Wegerer chiese ai manager di Museo Banpo maggiori informazioni sui pezzi in vetrina. La guida culturale non sapeva nulla della storia delle pietre, anche se era in grado di raccontare una storia completa su tutti gli altri artefatti di creta. Lei sapeva solo che i dischi di pietra erano "oggetti di culto" di poco conto.

A Wegerer fu consentito di prendere in mano uno dei dischi. Egli stimò il loro peso in 1 kg (2 libbre) e il diametro a 30 cm (un piede). I geroglifici non possono essere visti nella sua foto, perché si sono in parte sbriciolati, e il flash della fotocamera ha fatto sparire i dettagli fini, come le scanalature a spirale.

Pochi giorni dopo la sua visita, la direttrice è stata rimossa dal suo posto di lavoro senza rivelarne la ragione. Lei e i due dischi di pietra sono scomparsi, secondo il professor Wang Zhijun, il direttore del Museo Banpo, nel marzo del 1994.

Alcune conferme

Negli anni trascorsi dal momento della scoperta del primo disco, archeologi e antropologi hanno appreso di più sulla zona isolata di Bayan-Kara-Ula. La maggior parte delle informazioni è stata interpretata come sostegno alla storia registrata sui dischi.

Leggende presumibilmente ancora conservate nella zona parlano di piccoli, esili uomini dalla faccia gialla, "venuti dalle nuvole, molto, molto tempo fa". Quegli uomini avevano enormi teste sporgenti e corpi sottili ed erano così brutti e repellenti che erano evitati da tutti. "Uomini con i cavalli rapidi" diedero la caccia ai brutti nani. Stranamente, la descrizione degli "invasori" si dice corrispondente a quella degli scheletri originariamente scoperti nelle grotte dal professor Chi Pu Tei.

Alcune critiche

I critici hanno ampiamente respinto la pretese di cui sopra, sostenendo che sono una combinazione di truffa e leggenda urbana. Ad esempio, lo scrittore David Richie prende atto che i racconti sui Dropa abbiano incuriosito Gordon Chreighton, un Fellow della Royal Antropological Society e della Royal Geographical Society. Dopo le sue indagini, Chreighton giudicò le sensazionalistiche narrazioni relative ai Dropa-Extraterrestri come "prive di fondamento", e dettagliò le proprie conclusioni in un articolo per Flying Saucer Review (La Rivista del Disco Volante).

Non esistono prove rintracciabili o credibili per questa teoria, né si può dimostrare che ne siano esistite in passato. I fautori della storia delle Dropa-stones sostengono che ciò sia il risultato di perturbazioni sociali causate dalla Rivoluzione Culturale cinese e da una cospirazione di coverup da parte delle autorità cinesi. Tuttavia questa storia va ben oltre la Cina. Gli oppositori sostengono che è ampiamente dimostrato che si tratti di un falso imbastitoda Erich von Däniken.

Di seguito è riportato un dettagliato resoconto della maggior parte delle pretese sensazionalistiche sulla storia dei Dropa/ Extraterrestri:

1. La scoperta.
Non ci sono menzioni di 'Tsum Um Nui' in nessun luogo, poiché si suppone che egli sia fuggito dalla Cina e sia morto in Giappone negli anni 1960, ciò non può dipendere dalla teoria di una coverup comunista attuata dalla Rivoluzione Culturale. Inoltre, non vi è alcuna traccia del 1938 di una spedizione archeologica alla catena di Banyan Kara Ulla. Nessuna "Peking Academy of Pre-History" è mai esistita.

2. Prime Fonti.
La prima menzione della storia è nel libro pieno di frottole di Erich von Daniken del 1968, "Carri degli Dei". Il libro è stato ampiamente criticato in quanto inaffidabile. Di fatto, la stragrande maggioranza dei nomi e delle fonti del libro non può essere confermata, e non si può dimostrare l'esistenza dei seguenti studiosi sovietici o cinesi, al di fuori di questa storia: Cho Pu Tei, Tsum Um Nui, Ernst Wagener, Vyatcheslav Saizev, e Sergei Lolladoff. Per dirne di più, Däniken dice che la sua principale fonte per la parte sovietica della storia fu lo scrittore di fantascienza Alexander Kazantsev; lo stesso Kazantsev tuttavia non è d'accordo col racconto di Däniken e dice che è stato Däniken a raccontare a lui la storia, non il contrario.

3. Fonti più tarde.
Il libro "Dei Solari in Esilio", "edito" da David Agamon, apparve nel 1978 per dare sostegno alla storia dei Dropa, ma Agamon ammise nella rivista "Fortean Times" nel 1988 che il libro era una finzione e che il suo presunto autore, un ricercatore britannico chiamato dottor Karyl Robin-Evans, era immaginario. Alcuni siti web pretendono di mostrare una foto del dottor Robin-Evans con il Dalai Lama: un fragile vecchio, a fianco del Dalai Lama attuale. La fotografia è abbastanza recente e non può essere il dottor Robin-Evans, il quale sarebbe morto nel 1978, secondo Hartwig Hausdorf.

4. Traduzione.
Non vi è assolutamente alcun precedente di una lingua sconosciuta decifrata con successo. Tutte le lingue perdute dell'antichità sono state riscoperte solo perché erano sopravvissute in forme familiari per gli scienziati. Anche in tali casi, la decifrazione e la comprensione di queste antiche forme linguistiche e delle loro scritture di solito ha richiesto decenni a più squadre di linguisti altamente competenti, e le loro conclusioni sono costantemente oggetto di dibattito e di aggiornamento. Molti scritti antichi (in particolare il Lineare A dell'isola di Creta e il Rongorongo dell'Isola di Pasqua), hanno sfidato la decifrazione proprio perché non possono essere collegate a nessuna lingua conosciuta. Alla luce di questi fatti, ci sarebbe anche una maggiore difficoltà nel tradurre una vera e propria lingua extraterrestre. E' quindi altamente improbabile che un singolo studioso cinese privo di un'adeguata preparazione linguistica possa da solo decifrare una scrittura o lingua aliena nel suo tempo libero.

5. I Dischi.
Tutto ciò che esiste dei presunti dischi alieni sono diverse fotografie riprese col grandangolare. I dischi fotografati, in primo luogo, non corrispondono alla descrizione di "dischi da 12 pollici ": i dischi fotografati sono molto grandi. In secondo luogo, le foto non mostrano nessuno delle presunte profonde scanalature. Infine, assolutamente nessuna foto, descrizione, analisi o nessun'altra prova dell'effettiva "scrittura aliena" appare in nessun luogo.

6. Si è supposto che i dischi siano stati immagazzinati in diversi musei in Cina. Nessuno di questi musei possiede o ricorda alcuna traccia di questi dischi, né può esserne trovata alcuna di quelli apparentemente inviati in URSS per l'analisi.

7. La tribù Dropa.
Mentre si racconta che si tratti d'una tribù di deboli nani, in realtà i Dropas sono pastori nomadi che abitano la maggior parte dell'altopiano settentrionale tibetano. Anche gli Ham sono abitanti del Tibet, e tradizionalmente hanno fornito i guerrieri del Tibet: molte delle guardie del corpo del 13° Dalai Lama, durante la sua fuga dall'invasione cinese, erano Ham tibetani. La parola "Dropa", secondo Chrieghton, descrive i nomadi residenti sugli altipiani tibetani, e può essere approssimativamente tradotta come "solitudine" o "isolato". Inoltre, Chreighton non ha descritto i Dropa come somiglianti a "trogloditi", o come nani, ma al contrario essi tendono ad essere piuttosto grandi e robusti, il che corrisponde alla loro occupazione di pastori. (Richie, 95-96)

 

 

La stele di rosetta (Geroglifico, Demotico, Greco: scritture Aliene ?)

La Stele di Rosetta è una lastra in basalto di 114 x 72 cm, che pesa circa 760 kg e riporta un'iscrizione con tre differenti grafie: geroglifico, demotico e greco (dall'alto in basso).
Demotico e geroglifico non sono due lingue diverse ma semplicemente sono due differenti grafie dell'egizio: il geroglifico era usato per testi monumentali o di particolare importanza mentre il demotico, che derivava da una semplificazione della grafia ieratica, era usato per documenti ordinari; in epoca tarda l'uso di redigere anche i testi ufficiali in demotico derivava dall'essersi ristretta quasi solamente alla classe sacerdotale la conoscenza della grafia geroglifica. Poiché il greco era conosciuto, la stele offrì una chiave decisiva per poter procedere alla comprensione dei geroglifici, e ciò avvenne nel 1822 ad opera di Jean-François Champollion.
Lo stesso decreto tolemaico è riportato in due lingue (ma tre grafie poiché l'egizio è presente sia in geroglifico che demotico) nella stele. Si tratta di un decreto emesso nel 196 a.C. in onore del faraone Tolomeo V Epifane (al tempo tredicenne) in occasione del primo anniversario della sua incoronazione. Il testo riporta tutti i benefici resi al paese dal re, le tasse da lui abrogate, e la conseguente decisione del clero di erigere in tutti i templi del paese una statua in suo onore, e statue d'oro da collocare accanto a quelle degli dèi, e di indire festeggiamenti in onore del re. Stabilisce inoltre che il decreto sia pubblicato nella scrittura delle parole degli dèi (geroglifici), nella scrittura del popolo (demotico) e in greco. La parte greca inizia così: Basileuontos tou neou kai paralabontos tén basileian para tou patros... (Il nuovo re, avendo ricevuto la monarchia da suo padre...)
Il fisico inglese Thomas Young intuì che il cartiglio (parte di testo circondata ed evidenziata da una linea) nel testo geroglifico conteneva il nome del sovrano, ed era riportato allo stesso modo nel testo greco sottostante, anche se il contributo più importante alla comprensione dell'egiziano e allo studio della stele di Rosetta fu quello del francese Jean-François Champollion (grazie alla sua conoscenza della scrittura copta, che era praticamente egiziano translitterato foneticamente usando l'alfabeto greco). Champollion non aveva però identificato i segni multiconsonantici, cosa che fece successivamente Karl Richard Lepsius.

Storia del ritrovamento

La storia della stele è legata a Napoleone Bonaparte e alla campagna d'Egitto progettata per colpire il predominio britannico nel Mar Mediterraneo e aprirsi la strada verso le Indie.
La spedizione partì da Tolone il 17 maggio del 1798, composta da una flotta di 328 navi e 38 000 uomini alla volta dell'Egitto. Riuscì nel suo intento all'inizio, finché non riportò una cocente sconfitta navale ad Abukir da parte dell'ammiraglio britannico Horatio Nelson, che distrusse la flotta francese e segnò il declino della spedizione.
Facevano parte delle spedizione anche 175 scienziati, che avevano l'obiettivo di aprire alla Francia la conoscenza della storia mediorientale, e casse contenenti strumenti di misurazione e tutti i libri disponibili a quel tempo sulla storia dell'antico Egitto. Il ritrovamento della stele è attribuito al capitano francese Pierre-François Bouchard che la trovò nella città portuale di Rosetta (l'odierna Rashid) nel delta del Nilo il 15 luglio del 1799. Bouchard trovò la lastra mentre seguiva i lavori di costruzione di Fort de Rachid, detto già allora Fort Julien, vicino alla città.
In realtà Bouchard, che era l'ufficiale che dirigeva le opere di fortificazione, non trovò personalmente la stele, né il ritrovamento fu merito di Dhautpoul, capo delle truppe del genio a lui sottoposto: fu un soldato, di cui non sappiamo il nome, a rinvenirla durante i lavori. Bouchard capì l'importanza della pietra e la mostrò al generale Jacques François Menou, che decise di portarla ad Alessandria, dove giunse nell'agosto dello stesso anno. Quando nel 1801 i francesi dovettero arrendersi, nacque una disputa sui reperti rinvenuti dai francesi: questi volevano tenerli, mentre gli inglesi li considerarono il loro bottino, in nome del re Giorgio III.
I francesi cercarono di occultare la stele in una nave nonostante gli accordi, ma furono scoperti e dovettero consegnarla ai vincitori. Fu concesso loro di tenere le riproduzioni che avevano fatto prima di imbarcarsi ad Alessandria.
Al ritorno in Inghilterra, la stele fu esposta al British Museum, dove viene custodita dal 1802. Alcune iscrizioni dipinte in bianco mostrano la registrazione dell'acquisizione sul lato sinistro e su quello destro. La Stele è stata sottoposta a operazioni di pulitura nel 1988, ma queste testimonianze storiche non furono rimosse. Una piccola area dell'angolo in basso a sinistra è stata lasciata com'era per eventuali intenti comparativi. Nel luglio del 2003 gli egiziani hanno chiesto la restituzione della stele. Attualmente al Museo Egizio del Cairo è presente una copia.

La riproduzione della stele di Rosetta sulla Place des Écritures a Figeac, città natale di Champollion
Un'immensa riproduzione (14 metri per 7), scolpita nel granito nero dello Zimbabwe da Joseph Kosuth, si trova a Figeac, città natale di Champollion, sulla Place des Écritures (Piazza delle scritture).